Un sogno che si avvera, ne nascono altri cento – Discorso d’inaugurazione di Cascina Rapello


RAPELLO CASCINA APERTA

Un sogno che si avvera, ne nascono altri cento


DISCORSO Dโ€™INAUGURAZIONE DI CASCINA RAPELLO 

Apriamo questo momento inaugurale tanto atteso con un riferimento alle diverse forme di resistenza che hanno caratterizzato questo luogo nella storia. Facciamo riferimento a chi ha abitato questi luoghi prima di noi.

Pensiamo alla convivenza e alla profonda relazione coi boschi, agli apprendimenti e ai segreti che venivano via via carpiti e tramandati: cura, alimentazione, costruzione e anche la cultura e lโ€™immaginario che insieme al paesaggio si modellavano nella relazione con questi luoghi.

Resistenza di chi ha combattutto e ha resistito in questi boschi durante le guerre, in particolare chi ha resistito alle barbarie nazifasciste.

Resistenza di chi ancora abita questi borghi in un mondo che cambia, mantenendo un connubio profondo con la terra.

Resistenza a partire dal radicamento e dalla cura di un luogo in un mondo impazzito. La Resistenza di oggi รจ a fronte di un attacco al vivente, alla terra e alla nostra specie.

La questione oggi รจ la difesa dellโ€™umano. Chi siamo? Corpo, sensi, mente, immaginazione, anima, speranza, felicitร .

Viviamo una perenne e strutturale intossicazione, una disconnessione da noi stessi, dagli altri, dalla natura.

In ogni ambito sperimentiamo esperienze di Controproduttivitร : lo stato di paralisi, di dipendenza, di solitudine, di inadeguatezza, di incapacitร  a far fronte ai nostri bisogni di base. Ipertrofia del progresso e della crescita porta in ogni ambito dellโ€™esperienza a unโ€™atrofia. 

A fronte del progresso indiscusso, della tecnologia che imperversa, supermercati che nascono identici in ogni dove, quello che manca รจ lโ€™acqua. I torrenti si stanno svuotando! Sono secchi…

Gli abitanti che sono nati e hanno vissuto questa cascina qualche decennio prima di noi ci raccontano di alberi da frutta generosi e abbondanti. Oggi risulta difficile far crescere un albero senza trattementi evitando che si ammali. Non riusciamo da questa terra a coltivare della frutta.

Tutti i paradigmi della modernitร  e dello sviluppo, superata la misura e i limiti entro cui la crescita portava a un miglioramento della qualitร  della vita, sembrano ritorcersi contro, togliendoci la capacitร  di fare, ostacolando il dipanarsi di quelle propensioni e istinti che sono connaturati biologicamente alla nostra specie. 

Il mito della sicurezza ci porta tutti e tutte a essere piรน insicuri, lโ€™industrializzazione della salute piรน insalubri, malati e ipocondriaci, lโ€™overdose di istruzione ci rinchiude nelle aule di scuola in cui si entra e si esce al buio senza essere capaci di leggere la realtร  e di relazionarci con quello che ci circonda, la ricchezza ci porta a essere piรน poveri (di tempo, relazioni ecc…), dipendenti dal denaro e meno liberi, autonomi e capaci di soddisfare i nostri bisogni con le nostre mani, la tecnologia digitale a essere piรน dipendenti da dispositivi e software, scoordinati e disabili nel muoverci, nel fare o riparare con le mani, lโ€™intelligenza artificiale ha soppianto quella ecologica (innata, biologica e connaturata in ogni specie, indispensabile alla perpetuazione della vita… basta la crescita demografica sotto lo zero a tracciare una traiettoria destinata allโ€™estinzione), il navigatore elettronico atrofizza la nostra capacitร  di orientarci a trovare riferimenti e legami nei luoghi che attraversiamo, la crescita infinita a non riconoscere i limiti e a deteriorare irreparabilmente lโ€™ambiente in cui viviamo,  lโ€™antropizzazione del paesaggio porta a un paesaggio impoverito, asettico, grigio, artefatto, standardizzato, distopico ai danni della biodiversitร  e della bellezza (questo anche in campo linguistico, alimentare, culturale…), la volontร  di controllo e di dominio in ogni ambito (il voler prevedere ogni cosa) ci portano ansia e perdita di spontaneitร , il consumismo ci porta a essere obesi, allergici agli elementi naturali, frustrati, eternamente insoddisfatti nel cercare di soddisfare compulsivamente bisogni crescenti e sempre nuovi, la velocitร  con sempre piรน strade e ferrovie veloci a essere paralizzati nel traffico e dipendenti da denaro e macchine moderne, lโ€™agricoltura 4.0 ci rende meno liberi e capaci di coltivare, le norme che servono a regolare e normare portano a delle paralisi e allโ€™incapacitร  di orientarsi e agire nella complessitร , il controllo razionale del tempo ci porta a non avere piรน tempo per noi stessi e per gli altri, la cura della fragilitร  porta alla ghettizzazione di persone in servizi a volte asettici e standardizzati, la crescita del mercato porta a mercificare e togliere autenticitร  a ogni cosa (marketing come continuo raggiro da cui difendersi… non si risponde neanche piรน ai numeri che non si conoscono), lโ€™escalation della competizione e la difesa della pace ci portano velocemente alla guerra.

Ed in tutto questo siamo sempre piรน soli, chiusi nelle nostre celle di cemento, piรน vulnerabili, depressi, tristi, diffidenti, disincantati, intossicati da una vita e una cornice che ci sta disumanizzando e allontanandoci dalla nostra natura, incattiviti e incazzati alla ricerca di un nemico contro cui combattere e contro cui espiare le nostre frustrazioni

Ci siamo ammalati: corpo, mente, cuore. Lโ€™ansia del tutto previsto, di controllo e di dominio ha paralizzato i nostri corpi, intossicato i sensi, spento la nostra immaginazione, rattristato la nostra anima, precluso meraviglia e stupore.

In questo contesto il paradosso piรน grande รจ che fare cose semplici, cose biologicamente connaturate al nostro esistere, รจ diventato difficile. Quasi impossibile… Cucinare insieme, suonare, coltivare del cibo, guardare le stelle, stare intorno al fuoco, avere spazi in cui giocare, incontrarsi semplicemente per la voglia di incontrarsi, senza essere subordinati a logiche di consumo e mercato o output da raggiungere o voti e profili su cui essere giudicati.

Anche ristrutturare una casa salvandola dalla fatiscenza e dallโ€™oblio รจ diventato una impresa quasi impossibile. Basta pensare a due passi da noi che fine hanno fatto il borgo di Cavazzuolo o il lavatoio di Veglio.

Cascina Rapello oggi vuole essere una cornice, una palestra, unโ€™interstizio di riscoperta, riabilitazione e in qualche modo di alleggerimento, di distensione e guarigione per il corpo, la mente e lโ€™anima. Per fare e vivere cose incredibilmente… SEMPLICI. Come quando un arto ha subito un trauma o una malattia e deve tornare gradualmente a esercitarsi, prendendo fiducia in sรฉ, con lโ€™aiuto degli altri organi.ย 

Cascina Rapello รจ Incontro con la terra, biodiversitร , attraverso innanzitutto i corpi, la creativitร , la convivialitร , gli incontri anche inaspettati: tra umani con storie ed etร  diverse e tra umano e non umano. Autenticitร , sperimentazione, apprendimenti.

Rapello รจ accettazione serena del non tutto previsto. Recupero della spontaneitร , dello stupore, della meraviglia, del reincanto, dei sogni e della felicitร 

Questa storia รจ stata una grande impresa collettiva, resa possibile dallโ€™intreccio di persone con storie, etร , linguaggi e forme di partecipazione e sostegno diverse.

Unโ€™impresa fatta da resistenza, immaginazione e speranza, a partire dai corpi, dalla generositร  e dalla gratuitร , dalla cooperazione e dalle alchimie nate allโ€™interno di una comunitร  sempre piรน in crescita in numeri e intensitร  delle relazioni e sempre piรน biodiversa.

Ogni cm di questo luogo contiene il sudore, la creativitร  nel far fronte a problemi tecnici, economici e normativi a cui abbiamo ottemperato durante la un anno e mezzo di ristrutturazione.

Ogni legno รจ il frutto del recupero di legna morta in boschi abbondonati da decenni dalle ultime generazioni, esboscata grazie a catene umane di centinaia di persone che si sono passati di mano in mano (come facevano i nostri bisnonni) legni, ceppi e tronchi di castagno e insieme anche sguardi ed energie: adolescenti, migranti, scout, comunitร  minori, intere famiglie, associazioni. Ogni cm contiene la professionalitร  e la fatiche delle maestranze che vi hanno lavorato e lo sforzo di tutti nel recuperare caricare, scaricare, amalgamare, mettere in opera materiali.

Lo sforzo di chi ha scritto progetti, partecipato a bandi, organizzato eventi e campagne per raccogliere i fondi necessari a questa impresa.

La fiducia e la responsabilitร  di chi ha firmato e si รจ accollato mutui, finanziamenti e fidejussoni. 28 fidejussori hanno garantito per il prestito di Mag 2 e MAG 6 hanno garantito per il prestito concesso da queste due cooperative impegnate nel mondo della finanza etica e conviviale, al di fuori dei circuiti delle banche tradizionali.

Le centinaia di persone, fondazioni, club services, che hanno donato (e non รจ ancora finta ci sono dei cappelli e una campagna per raccogliere fondi per arrivare alla fine del cantiere e iniziare lโ€™arredamento)

Aziende che hanno donato materiali, artisti, musicisti, attori, burattinai che hanno donato una performance.

Se si eccettuano i bonus fiscali con risorse importanti che recupereremo in 10 anni attraverso la cessione del credito a Eโ€™ Nostra (altra cooperativa) e il laboratorio di trasformazione cofinanziato dal Piano di Sviluppo Rurale, non un soldo pubblico รจ stato ricevuto fino ad oggi per questa grande impresa. Eโ€™ stata la solidarietร  e la fiducia di persone ed enti privati che hanno reso possibile questo traguardo.

Teniamo tuttavia a evidenziare che lโ€™impegno e la dedizione di funzionari, amministratori e tecnici comunali che hanno fatto la differenza e sono stati e saranno determinanti nel portare a termine tutte le pratiche e i permessi, anche nei prossimi passaggi legati allโ€™arrivo della rete elettrica e di altre infrastrutture, allโ€™interno di una giungla burocratica spesso impenetrabile, contraddittoria, incomprensibile e cavillosa che ha rallentato e affaticato le operazioni rischiando di paralizzare lโ€™azione e di togliere entusiasmo e fiducia nel progetto

Giorni e nottate a leggere leggi, decreti e norme a cui ottemperare, tasse, marche da ballo e denari spesi per rispettare le regole ma non senza chiedersi: se facciamo fatica noi, come faranno dei giovani che vogliono intraprendere un attivitร  o realizzare un evento? Che mondo difficile รจ stato creato loro…

Questa avventura, a partire dal prenderci cura di un luogo abbandonato, ci ha aiutato a tornare a prenderci cura di noi stessi e degli altri, umani e non umani rigenerando la comunitร .

Il fine, la ristrutturazione della cascina e la rigenerazione delle aree circostanti, รจ arrivato a sposarsi e a coincidere coi mezzi per raggiungerlo fino a quasi a confondersi. Il fine ha favorito la socialitร , lโ€™attivazione della comunitร  e lโ€™acquisizione di apprendimenti e saperi.

Insieme alla ristrutturazione ci siamo presi cura dellโ€™intero ecosistema: terrazzamenti diventati orti, rovi trasformati in frutteti, sentieri tornati a essere accessibili grazie alla collaborazione con adulti e anziani, un percorso di land art con tante opere ad alto contenuto sociale nate in un castagneto e poi le api, le asine, i boschi per cui ogni attivitร  ha visto il coinvolgimento di centinaia di persone con diverse storie ed etร , a partire dai loro corpi in relazione fra loro.

Oggi Cascina Rapello รจ uno spazio per tutti e tutte: corsi della LUB, campi estivi in tenda con ragazzi del territorio e di di tutta Europa, spazio di riattivazione, incontro e riscoperta di sรฉ per persone con fragilitร , luogo per feste ed eventi nel rispetto della natura, luogo per la sovranitร  alimentare a metri zero da cui nascono conserve, tisane, miele, farina di castagne…

Tutto questo allโ€™interno di una programmazione ma al di fuori del tutto previsto, come la natura ci insegna. Eโ€™ il risveglio della speranza che va oltre il disincanto e la depressione collettiva. La speranza che trova un luogo vero e bellissimo in cuiย  magicamente tornare a incontrarsi, coltivare lโ€™immaginazione, tessere nuove narrazioni.

Eโ€™ a questa grande comunitร  che sta rendendo possibile questa bellissima avventura, a tutte le persone ed enti che vorranno farne parte, una comunitร  biodiversa come la natura, ma accumunata dalla speranza, che rivolgiamo tutta la nostra gratitudine per lโ€™impresa che insieme abbiamo portato a termine e allo stesso tempo prende avvio, aprendosi con fiducia al presente e al futuro, con le radici ben salde in questa terra.

Per Liberi Sogni

Il Presidente
Matteo Rossi