Il percorso si snoda attraverso i territori dei comuni di Annone di Brianza, Oggiono, Ello, Dolzago, Castello di Brianza e Colle Brianza. Grazie al lavoro della rete di progetto, tutto il percorso è stato tracciato e segnalato con una cartellonistica dedicata.
Se si vuole procedere dal lago verso monte, la partenza del percorso è dalla chiesa di San Giorgio ad Annone Brianza, luogo che si può raggiungere con mezzi propri e parcheggiare all’area del cimitero posto nelle vicinanze o con autobus e treni (fermano alla stazione di Oggiono). Quella di San Giorgio è la seconda chiesa del comune e la sua prima edificazione risale verso la fine del XI secolo, periodo di diffusione della venerazione al santo da parte dei monaci Benedettini. Procedendo verso la chiesa parrocchiale e seguendo la direzione per via S. Cristoforo e successivamente via Lecco, si raggiunge l’inizio della ciclo-pedonale che affianca il Lago di Annone. Qui si trova la prima opera di Land Art è Cellule dell’artista olandese Karin van der Molen, una serie di strutture concave realizzate intrecciando manualmente dei giunchi. L’installazione è posta in prossimità della riva del lago e permette l’interazione con il paesaggio retrostante.
Il percorso procede verso Oggiono, inoltrandosi nel bosco e permettendo al viandante di ammirare scorci di paesaggio mozzafiato che conducono al lavatoio costruito nella seconda metà del XVIII secolo nella località Bagnolo.
Nelle vicinanze è posta la seconda opera del sentiero, Reticolo fisico selvatico dell’artista Francesco Fossati. Composta da una lastra in pietra arenaria locale, essa presenta un lato sagomato ed invita lo spettatore a trovare il giusto allineamento con la montagna retrostante, il monte Barro.
Risalendo la strada si arriva nella centrale Piazza Alta, luogo molto caro agli oggionesi per la stupenda vista sul lago e le montagne, e si arriva anche alla chiesa di Sant’Eufemia (che custodisce al suo interno il polittico di Marco d’Oggiono, allievo di Leonardo) e al Battistero costruito nel XI secolo, uno dei più significativi esempi dell’architettura Romanica presente sul territorio lombardo. Da qui si procede nel tratto urbano che porta fino al Lazzaretto (Chiesa di San Francesco). Ora il percorso inizia ad inerpicarsi su per la montagna, lungo il vecchio sentiero delle torri e dei mulini nell’antica frazione di Castello, e da qui permette di arrivare nel territorio del comune di Ello.
Subito ci accoglie la prima delle due opere dell’artista Rosa Lanzaro: Sottobosco , un nido tra le piante di nocciolo, accanto al rio Daverio, che racconta di un luogo in cui essere accolti e abbracciati dalla natura e dal paesaggio, invitando il viandante ad allenare tutti i sensi.
Qui è possibile fare una deviazione per visitare il percorso ad anello della “Marcita”: una zona caratterizzata da un ambiente con numerose sorgenti, falde superficiali e corsi d’acqua utilizzati abilmente per le attività agricole nell’area e con un ecosistema unico, ricco di specie vegetali e animali difficilmente ritrovabili in altre zone della provincia.
Riprendendo il sentiero, si incontra in località Baragiola la seconda installazione di Rosa Lanzaro, Verso oltre, composta da un’altissima sedia e da radici che la avvolgono collegandola al muro retrostante, un elemento che cela e protegge un luogo al di là. La sedia è ancorata alla terra per ammirare il cielo, invita alla sosta, incoraggia il viaggiatore a concedersi una pausa.
Ormai giunti nel paese di Ello, si procede verso la chiesa parrocchiale, da dove parte una deviazione alternativa verso la chiesa di SS. Giacomo e Filippo, rara testimonianza di architettura tardo Gotico lombarda già esistente nel IX secolo, per poi proseguire verso la chiesa di Sant’Antonio Abate. Dal centro di Ello si raggiunge la frazione di Marconaga, per poi attraversare il bosco e un ponticello sul torrente Gandaloglio, e arrivare nel territorio di Dolzago. Ad accoglierci l’opera Essere vento di Luca Olivieri, rocce del fiume incise con versi poetici composti ad hoc dall’artista, generati attraverso un processo lento ed immersivo ispirato dagli elementi naturali che abitano l’ambiente circostante.
Si giunge poi alla chiesa di Sant’Alessandro di Cavonio di Dolzago, un mirabile esempio di architettura romanica tra i più significativi del XIII sec.
Il percorso continua lungo la strada asfaltata e poi nel bosco, fino a giungere a Brianzola, frazione di Castello di Brianza, dove si può ammirare la chiesa di San Lorenzo.
Risalendo il Monte di Brianza in direzione di Colle Brianza, s’incontra l’opera di Rodolfo Liprandi Volpe (Vulpes vulpes) un intervento artistico che crea una dimensione fiabesca, coniugando biodiversità e folklore; entrando in simbiosi con il territorio e il paesaggio dell’Alta Brianza attraverso un processo creativo svolto interamente all’interno del bosco, in dialogo diretto con esso.
Poco sopra, si giunge in località Bestetto di Colle Brianza. Vicino ad una piccola edicola mariana è posizionata l’ultima opera del percorso, Nicchia Mellifera di Elena Redaelli, un’installazione diffusa di corpi scultorei realizzati con piante invasive e corteccia reperiti in loco.
All’interno delle cavità delle parti in bamboo, è stato inserito del terriccio mescolato a delle sementi, destinando così l’opera a mutare nel tempo diventando substrato per nuova vita e creando un luogo accogliente che attirerà insetti e api impollinatrici.
Un’ultima salita porta fino all’ultima tappa dell’Antico percorso di fede dell’Alta Brianza, la chiesa di San Martino. Idealmente il cammino prosegue fino alla cima del Monte di Brianza, dove da San Genesio è possibile ricongiungersi con l’altro versante della montagna, e ridiscendere verso l’Adda.